News

Tutte le news dal mondo Perin


Contrabbando di pellet: frode da 11 milioni di euro

Da "IL MESSAGGERO del VENETO" DEL 9 MAGGIO 2019

Un imprenditore agli arresti domiciliari, altri undici indagati, 30 aziende coinvolte Dopo due anni di indagini la Guardia di Finanza sequestra beni per 3,5 milioni

Passava anche attraverso tre aziende con sede a Udine (due ditte individuali e una società a responsabilità limitata) tutte con lo stesso nome, Briapell, un commercio di pellet contraffatto – con marchio che ne certifica la qualità falsificato – scoperto dalla Guardia di finanza del capoluogo friulano.

Gli investigatori, al termine dell’indagine “Perniciosa flagrantia” cominciata all’inizio del 2017, hanno scoperto una frode che, in pochi anni, aveva sottratto alle casse dell’Erario circa 11 milioni di euro. Un imprenditore di Ivrea, Mauro Cesare Nicolin, 65 anni, è finito agli arresti domiciliari. Altri due imprenditori russi, entrambi trentottenni e da tempo residenti in città, sono finiti nei guai. Ognuno di loro gestiva una delle ditte individuali Briapell e poi avevano costituito una terza Briapell srl, tutte con sede in una laterale di via Planis. I due sono stati interdetti dall’esercizio d’impresa per un anno. Undici in tutto le persone indagate. Trenta le aziende coinvolte in tutta Italia. E beni per 3, 5 milioni posti sotto sequestro per ordine dell’Autorità giudiziaria.


Per Mauro Cesare Nicolin i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria (ai comandi del tenente colonnello Davide Cardia), che hanno lavorato insieme al personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno ritagliato un ruolo di “dominus” dell’organizzazione, come si legge nella nota diffusa ieri dal Comando provinciale della Fiamme gialle. L’uomo – sempre seguendo la ricostruzione di Finanzieri e Doganieri – è ritenuto responsabile di una frode dell’Iva attuata mediante il contrabbando per sottofatturazione di pellet acquistato in paesi dell’Est, per esempio in Ucraina e Bielorussia. Gli ordini li facevano i due imprenditori russi.

Il meccanismo, architettato da cinque piemontesi, tra cui un commercialista, e dai due cittadini russi, prevedeva l’acquisto di pellet (e, poi, con altre società, di metalli e auto) da alcune società dell’est Europa e, prima ancora dell’importazione in Italia, la contestuale rivendita ad altre due ditte “filtro”, create ad arte solo per assolvere agli obblighi doganali e, subito dopo, scomparire assieme all’ingente debito d’imposta maturato.

La ricostruzione della filiera illecita – effettuata grazie anche a complessi riscontri ottenuti in Austria, Slovacchia e Slovenia attraverso lo strumento dell’Ordine di indagine europeo – ha permesso di individuare il profitto illecito del gruppo criminale e di contestare una serie di altri reati.

https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2019/05/08/news/contrabbando-di-pellet-frode-da-11-milioni-di-euro-1.31002440?fbclid=IwAR2Eq9Nxm3lRQIPYIr6o_aCrKcTD7cdYXRMAMYJUUr0iRGHGGpCb_XDYvFE

CONDIVIDI QUESTO POST